NewsGood morning Lex
Numero 1

21 Aprile 2021


Efficienza del processo civile e potenziamento del ruolo dell’arbitrato

 

Una giustizia civile lenta ed inefficiente, oltre a non permettere l’attuazione dei diritti, ostacola anche lo sviluppo dei mercati e, di conseguenza, la nascita e crescita delle imprese. Sull’argomento è all’esame della Commissione Giustizia del Senato un disegno di legge (S. 1662), presentato dal Governo Conte 2 e finalizzato ad intervenire apportando modifiche al processo civile di primo grado e di appello attraverso la riduzione dei riti e la loro semplificazione, e revisionando gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.

L’impianto del provvedimento, così come pensato e voluto dall’ex Guardasigilli Bonafede prevede, da un lato, un’analitica estensione delle materie interessate dall’esperimento obbligatorio degli istituti della mediazione o della negoziazione assistita, dall’altro ne prevede l’esclusione per alcuni importantissimi settori, quali l’ambito della responsabilità sanitaria e dei contratti finanziari, bancari e assicurativi.

Vengono poi ridotti i riti speciali ed abrogato il procedimento sommario di cognizione e viene introdotto un rito ordinario davanti al tribunale in composizione monocratica, si prevede l’abolizione dell’atto di citazione, con contestuale utilizzo esclusivo del ricorso, l’introduzione del principio di chiarezza e sinteticità degli atti di parte e del giudice e l’implementazione e il potenziamento del processo civile telematico.

Al oltre un anno dalla sua presentazione la discussione del provvedimento, preceduta da una lunga serie di audizioni, sta entrando nel vivo attraverso la presentazione delle proposte emendative.

Tra queste se ne segnalano alcune, in materia di arbitrato, volte a introdurre il potere cautelare dell’arbitro, ad oggi non previsto dal nostro ordinamento cosa che costituisce una delle principali ragioni che portano a escludere l’Italia quale sede per l’arbitrato internazionale. Inoltre si propone, al fine di velocizzare i tempi dell’arbitrato, di allinearne i termini con quelli previsti per l’impugnazione delle sentenze in materia civile, di stabilire l’efficacia esecutiva del decreto di exequatur del lodo arbitrale e di prevedere, per quanto attiene alla tassa di registro, una imposta in misura fissa che semplificherebbe e sarebbe un incentivo per la diffusione dell’utilizzo dello strumento arbitrale.


“Piccoli comuni, no alla chiusura dei plessi scolastici”

 

Con un question time, l’on. Daniela Ruffino chiede al Ministro dell’Istruzione di intervenire contro “la tagliola della soppressione delle classi e dei plessi colpisce le famiglie che vivono in piccoli comuni e aree marginali, frequentate anche da bambini con disabilità e bisogni educativi speciali”

Per salvaguardare il futuro di quelle piccole comunità, per contrastare la desertificazione dei territori l’on. Ruffino sostiene l’opportunità che parte delle risorse destinate al nostro Paese nell’ambito del piano di ripresa Next generation EU vengano destinate al sistema di istruzione e chiede al Governo di attivarsi, alla luce anche dell’attuale contesto storico e dei principi generali in materia definiti con legge dello Stato, adottando iniziative per destinare al sistema di istruzione maggiori risorse, al fine di risolvere il problema di chiusura dei plessi scolastici nei piccoli comuni.

Il Ministro Bianchi, nel rispondere all’interrogazione, ha ricordato come il tema del dimensionamento scolastico sia all’attenzione del Ministro e del Ministero e abbia trovato una prima risposta nella legge di bilancio per l’anno 2021, che ha ridotto, per l’anno scolastico 2021-2022, da 600 a 500 il numero minimo di alunni necessario perché le scuole possano essere autonome e ha ridotto questo livello a 300 per le aree montane e le piccole isole. Il Ministro ha anche ammesso che tali misure non sono però sufficienti a fronteggiare la straordinaria conseguenza della pandemia, impegnandosi a trovare un modo organico per ridefinire la disciplina sul dimensionamento, cosa su cui gli uffici di Viale Trastevere stanno lavorando.


Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche prive di partita IVA dimenticate dal DL Sostegni

 

Il primo vero provvedimento “di merito” del Governo Draghi, il DL Sostegni, stabilisce che possono ricevere il contributo a fondo perduto previsto all’art. 1, anche le ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche) e le SSD (Società Sportive Dilettantistiche) che abbiano subito perdite di fatturato, tra il 2019 ed il 2020, pari ad almeno il 30 per cento, calcolato sul valore medio mensile, purchè siano però in possesso di partita IVA, escludendo quindi tutte quelle realtà che esercitano esclusivamente attività istituzionale.

Si tratta di un settore che, da sempre, svolge un’importante funzione sociale di promozione dello sport concepito come parte integrante di un più ampio ambito educativo e formativo, nonché come occasione di aggregazione sociale. La mancata previsione di aiuti alle ASD e alle SSD prive di partita IVA e che, a causa della pandemia rischiano la chiusura definitiva, è già oggetto di discussione ed è stata portata all’attenzione della Sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali, con l’obiettivo di un intervento risolutore durante l’iter di conversione del Decreto Legge n. 41 del 2021.


Terzo Settore, sostegni e proroghe per quello che si può definire un “cantiere senza fine”

 

Il Decreto Legge n. 41 del 2021, all’esame del Senato per la prima tappa del suo iter di conversione, prevede diverse norme riguardanti il variegato mondo del Terzo Settore.

In primo luogo va segnalato l’art. 14 del provvedimento che provvede ad incrementare di 100 milioni di euro per l’anno in corso il Fondo straordinario per il sostegno degli enti del Terzo settore che era stato istituito, con una dotazione di 70 milioni di euro, dal decreto-legge n. 137 del 2020, meglio noto come “Decreto Ristori”, per andare in aiuto di decine di migliaia di Enti che hanno subito una sospensione o una significativa riduzione delle attività a seguito delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Lo stesso art. 14 del DL Sostegni, al secondo comma ha previsto un’ulteriore proroga, l’ultima di una lunga serie, per gli Enti del Terzo settore: viene infatti spostato dal 31 marzo al 31 maggio 2021 il termine entro il quale tali Enti possono modificare i loro statuti, usufruendo delle modalità e delle maggioranze previste per le deliberazioni dell’assemblea ordinaria, al fine di adeguarli alle nuove disposizioni introdotte dal Codice del terzo settore di cui al decreto legislativo n. 117 del 2017.

In tema di sostegni va segnalato il contributo a fondo perduto previsto dall’art. 1 del provvedimento che è rivolto anche agli enti non commerciali, compresi gli Enti del Terzo Settore e gli Enti religiosi civilmente riconosciuti, in relazione allo svolgimento di attività commerciali.

Nel corso dello svolgimento delle audizioni preliminari all’esame vero e proprio del DL sostegni, martedì 6 aprile alle ore 17,10 verranno ascoltati i rappresentanti del Forum del Terzo Settore, i quali sottoporranno ai senatori delle Commissioni Bilancio e Finanze le loro proposte di modifica.


Scuola, il rischio di una pandemia educativa

 

La Camera si appresta a discutere una mozione sulle iniziative allo studio del Governo per la riapertura in sicurezza degli istituti di ogni ordine e grado.

L’argomento è uno dei più dibattuti e su cui, fin dall’inizio della pandemia, si sono registrate prese di posizione contrapposte. La mozione presentata da esponenti del M5S ed a cui, presumibilmente se ne affiancheranno da parte degli altri Gruppi Parlamentari, mette in evidenza i danni sul piano formativo e sociale, non ancora completamente quantificabili, derivanti dalla sospensione delle attività didattiche in presenza. Studi dell’IRCSC Giannina Gaslini di Genova e dell’Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, solo per citarne alcuni, hanno sottolineato l’emergere di un diffuso disagio tra i bambini e gli adolescenti.

Il tema sta particolarmente a cuore al Presidente Draghi che lo ha messo al centro di diversi suoi interventi a cominciare dal discorso con cui si è presentato in Parlamento per chiedere la fiducia. Per il momento di concreto c’è solo la decisione adottata con l’ultimo decreto COVID, quello con cui si stabiliscono le misure per contenere la pandemia valide fino al 30 aprile, che all’art. 2 prevede lo svolgimento delle attività didattiche in presenza per i bambini fino alla prima media anche nelle regioni collocate in zona rossa.

 


 

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