Il Consiglio dei Ministri n. 149 svoltosi giovedì 21 novembre ha approvato, in via definitiva, lo schema di decreto legislativo emanato dal Governo in attuazione della riforma fiscale (lg. n. 111 del 9 agosto 2023) contenente disposizioni in materia di terzo settore, crisi d’impresa, sport e imposta sul valore aggiunto.
Il testo, dopo aver acquisito l’intesa in Conferenza unificata, ha recepito alcune delle osservazioni contenute nei pareri espressi dalle competenti Commissioni Parlamentari.
Tra le disposizioni di maggior impatto e più attese dagli Enti del Terzo Settore c’è la proroga al 2036 dell’entrata in vigore delle norme che avrebbero richiesto l’assoggettamento agli obblighi strumentali ai fini IVA, di tenuta della contabilità e fatturazione, per gli enti benefici che svolgono prestazioni nei confronti dei propri associati.
La modifica del regime fiscale IVA di talune prestazioni rese da enti associativi è stata disposta al fine di superare la procedura d’infrazione 2008/2010 promossa dall’Europa nei confronti del nostro Paese, con la quale la disciplina nazionale era stata censurata per aver escluso dal campo di applicazione dell’IVA le operazioni effettuate dagli enti associativi aventi una specifica natura o qualifica (associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali sportive dilettantistiche, di promozione sociale e di formazione extra-scolastica della persona).
Molte delle entrate tipiche delle Associazioni e del Terzo settore in generale, come le quote supplementari e i corrispettivi specifici ricevuti da associati o iscritti o come le somme ricevute dalle associazioni di promozione sociale a fronte della somministrazione di alimenti o bevande presso le sedi in cui viene svolta l’attività istituzionale, avrebbero dovuto essere sottoposti al regime Iva dal 1° gennaio 2022 (in base all’art. 5, co. 15-quater del d.l. n. 121/2021). Una prima volta l’entrata in vigore delle nuove norme era stata rimandata al 2024, poi al 2025 e quindi nel dicembre scorso, con il Milleproroghe, il Governo Meloni aveva previsto un rinvio al 10 gennaio 2026.
Il confronto avuto dal Governo con la Commissione europea ha permesso di riconoscere la specificità delle prestazioni che gli enti benefici svolgono nei confronti dei propri associati ed ha aperto la strada al rinvio decennale.
Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha espresso tutta la sua soddisfazione per il risultato raggiunto che “assicura la necessaria continuità operativa e la semplificazione degli adempimenti burocratici per una vasta platea di associazioni, tutelando efficacemente la loro missione sociale. Si è raggiunta una soluzione che garantisce stabilità al Terzo Settore, preservando il suo ruolo essenziale nel tessuto sociale della Nazione”.
Rimane solo da attendere, adesso, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.


